Era la notte tra l’1 e il 2 novembre 2007 quando don Oreste lasciava questa vita terrena e da allora lo ricordiamo ogni anno con eventi, iniziative e celebrazioni in tutta Italia. L’obiettivo è raccontare la sua vita a chi non ha avuto l’opportunità di conoscerlo e soprattutto, continuare il suo impegno per rimuovere le ingiustizie che causano emarginazione, povertà e sofferenza a tanti.
Don Oreste spese tutta la sua vita per dare voce agli ultimi e ai piccoli, incontrava la sofferenza delle persone e sulla base di questa innalzava al Padre la sua supplica, stimolando in chi gli stava accanto un desiderio di bene e giustizia.
Nella notte del 31 ottobre, don Oreste Benzi non perdeva mai l’appuntamento con la strada, con i suoi poveri.
Amava andare in discoteca tra i giovani, la notte di Halloween, con il suo sorriso disarmante e contagioso. Lo fece anche il 31 ottobre 2007, poche ore prima di morire. Oggi, questa notte è diventata “La Notte di don Oreste” e anche quest’anno a Rimini, nella sua città, tornano tante occasioni di condivisione per i giovani, per offrire loro “un Incontro simpatico con Cristo”, come lo definiva lo stesso Don. (scarica il volantino del programma della Notte di don Oreste). Un Cristo vivo che si incontra nelle periferie, tra gli scartati, un incontro che dà un senso alla vita.
Così come ricorda Beatrice, una giovane volontaria che ha sperimentato quest’esperienza di condivisione qualche anno fa:
«La notte del Don mi ha stravolto i piani. Ero alla ricerca di un'esperienza forte, qualcosa capace di svegliarmi dalla monotonia delle serate che si vivono a vent'anni.
Quella notte ho sentito nascere forte in me il desiderio di mettermi a servizio di chi, dalla vita, non aveva ricevuto nessuno dei miei privilegi eppure sorrideva lo stesso. Quella notte ho trovato quello che stavo cercando. Sono uscita per la prima volta in strada ad incontrare le ragazze vittime di tratta e da quel momento testa e cuore sono rimasti lì, non permettendomi mai più di percorrere il lungomare di Rimini di notte con la sola spensieratezza di chi ha vent'anni».
Julia è anche lei una giovane volontaria che quest’anno parteciperà alla Notte di don Oreste per la terza volta consecutiva.
«Per me è un appuntamento fisso! È un’occasione per vivere un momento con il Signore e portare il Suo Amore alle persone che più hanno bisogno. La cosa incredibile però è che, mentre tu credi di portare ad altri la parola di salvezza, in realtà quella Parola sta aspettando te: gli “ultimi” sono uno strumento di incontro con Dio! Spero che sempre più persone possano sperimentare questo incontro prezioso!».
Il 2 novembre, nel giorno del quindicesimo anniversario della nascita in Cielo del nostro amato don Oreste, verrà celebrata la Santa Messa in suo ricordo alla Chiesa La Resurrezione di Rimini, dove è stato parroco per una vita.
L'attenzione per i giovani è stata una costante in Don Benzi. La stessa Comunità Giovanni XXIII nacque nel '68 con un gruppetto di giovani cui proponeva delle vacanze alternative. Don Benzi andava nei grandi istituti dove erano rinchiuse le persone disabili, al tempo chiamate spastiche, per portarli ad Alba di Canazei, dove oggi sorge un albergo voluto dal sacerdote. Ogni persona con disabilità veniva accudita da due giovani. Fu un fatto sconvolgente per l’epoca. Giovani con disabilità per la prima volta giravano liberi sulle alte vette, sugli autobus, sulla funivia, tanto che vi fu la reazione avversa della locale azienda di soggiorno che temeva una fuga di turisti. Invece fu l’inizio di un nuovo approccio al mondo dell’emarginazione. Non più persone da assistere ma con cui condividere la vita.
Nato nel 1925, ha capito che voleva diventare sacerdote già alla giovane età di 7 anni. Fondatore della Comunità Papa Giovanni XXIII, ha speso tutta la sua vita a favore degli ultimi. Giovane sacerdote nell'Italia martoriata del dopoguerra, si impegnò da subito a favore dei giovani, cui propone «un incontro simpatico con Cristo». Nel 1968 con un gruppetto di giovani e alcuni altri sacerdoti dà vita all’Associazione Papa Giovanni XXIII (Apg23) per sostenere chi è nella solitudine e nell'emarginazione. Don Benzi guida l’apertura della prima Casa Famiglia a Coriano, sulle colline riminesi, il 3 luglio 1973. Da allora la Comunità Papa Giovanni XXIII è cresciuta ed ora conta oltre 500 case famiglia e strutture di accoglienza in Italia e all’estero. Don Benzi è stato il primo in Italia a lottare contro la cultura della prostituzione e a denunciare la tratta delle donne. Con la lunga tonaca scura ed il rosario in mano, alle donne vittime del racket della prostituzione proponeva la liberazione immediata e la speranza di una nuova vita. Quella che ancora cercano i tanti poveri lungo le strade delle nostre città.
La sua storia, così come la sua opera, sono raccolte sul sito della Fondazione a lui intitolata, nata del 2017 con lo scopo di far conoscere da vicino il nostro fondatore, attraverso i suoi scritti e le testimonianze delle persone che lo hanno conosciuto. Ad oggi la Congregazione per le Cause dei Santi a Roma sta vagliando il vasto archivio di documenti raccolti per la causa di beatificazione di don Oreste Benzi.