La Comunità Papa Giovanni XXIII si unisce
all'appello del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale e di Caritas Internationalis per l’
equo accesso ai vaccini anti-COVID e ribadisce con ferma convinzione l’importanza che il vaccino, i necessari strumenti di prevenzione, trattamento e diagnosi e le conoscenze medico-scientifiche cruciali per fronteggiare la pandemia siano messi a disposizione di tutti i popoli come bene comune.
Riprendiamo l'affermazione di
Papa Francesco in occasione del messaggio Urbi et Orbi - Natale 2020: «Non possiamo neanche lasciare che il virus dell’individualismo radicale vinca noi e ci renda indifferenti alla sofferenza di altri fratelli e sorelle. Non posso mettere me stesso prima degli altri, mettendo le leggi del mercato e dei brevetti di invenzione sopra le leggi dell’amore e della salute dell’umanità».
È il momento di rispondere alle problematiche globali con un rinnovato impegno per il multilateralismo e la cooperazione internazionale, nell'ascolto del grido dei poveri e della nostra casa comune. È il momento di soluzioni giuste e lungimiranti a problemi come l'iniquità del debito estero dei Paesi impoveriti, che li priva delle risorse necessarie per la salute e la protezione sociale dei propri cittadini. È il momento di rivedere radicalmente le spese militari, a beneficio di una umanità che soprattutto in questo momento chiede pace e non guerra, medicine e non armi, vaccini e non bombe.
Ci rivolgiamo ai Governi nazionali e alle istituzioni internazionali affinché non lascino intentata alcuna strada per permettere all’umanità intera di beneficiare dei progressi fatti dalla ricerca nella lotta al Coronavirus. In particolare i membri dell’Organizzazione Mondiale del Commercio (WTO) dovrebbero lavorare insieme per assicurare che i diritti di proprietà intellettuale, quali i brevetti, i disegni industriali, i copyrights etc. non creino barriere alla pronta disponibilità, produzione e distribuzione dei prodotti medici contro il COVID-19, inclusi i vaccini.
Auspichiamo che la salute e la protezione dei più deboli e vulnerabili siano poste al centro delle così tanto attese politiche di ripresa e sviluppo. Infine, chiediamo al governo italiano di farsi guida autorevole di queste istanze nelle sedi internazionali ed europee, perché l'aspirazione alla fratellanza e alla solidarietà internazionale si concretizzi in azioni in grado di garantire ad ogni essere umano la protezione e le cure a cui ha diritto.