Una via intitolata ai “Diritti dei bambini”, in ogni città. L’idea è stata lanciata dal tavolo “Un Welfare per i minori” che raccoglie le associazioni e dei movimenti del Veneto che si occupano di tutela dell’infanzia, per tenere alta l’attenzione sul tema delle difficoltà familiari dei più piccoli. L’idea è quella di una campagna per rivolgersi alle istituzioni e far valere le ragioni dei più deboli. Ieri, nella giornata internazionale della famiglia, l’hanno presentata a Padova, durante il convegno “SOStare in famiglia” organizzato dalla Comunità Papa Giovanni XXIII.
Durante i lavori se ne è parlato in maniera velata, ma il tema è quello di enti locali che spesso non hanno più risorse per sostenere le famiglie in difficoltà.
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L’ordine degli assistenti sociali del Veneto nei giorni precedenti aveva lanciato l’allarme: «La rete dei servizi sociali per i minori in regione si sta progressivamente indebolendo». In sala oltre 200 fra assistenti sociali e professionisti concordano: la direzione principale su cui muoversi, tutti assieme, è quella della prevenzione.
Gli enti pubblici per correre ai ripari promuovono le Allenze locali per la famiglia: sostanzialmente degli strumenti per coltivare le piantine della solidarietà fra famiglie.
È intervenuto Giovanni Paolo Ramonda, conosciuto in sala come presidente di quella Comunità Papa Giovanni XXIII cui ci si può rivolgere per le richieste di accoglienza di minori ed adulti in difficoltà. Il suo intervento è un appello alla politica: «Nei giorni scorsi su Repubblica un articolo stimava in circa 3000 euro lo stipendio che una mamma dovrebbe guadagnare se il suo lavoro fosse riconosciuto e retribuito. Eppure spesso la mamma è lasciata sola. Una politica lungimirante dovrebbe garantire un sostegno sostanziale alla maternità e alla famiglia, come sta accadendo ad esempio in Francia e in Germania. Nel 2014 avevamo lanciato la proposta di uno stipendio per le mamme di 800 euro al mese. Il ruolo educativo delle famiglie deve essere riconosciuto dalle istituzioni, come primo interesse sociale».
Ramonda ai professionisti del welfare ha lanciato una sfida: «La proposta è quella di lavorare insieme. Dobbiamo stimarci, mettere le competenze che abbiamo in comune, metterci al fianco delle famiglie in difficoltà riconoscendo le specificità di ciascun ente coinvolto».
Ma quali sono le difficoltà dei minori di cui stiamo parlando? Secondo Mirella Gallinaro, garante regionale veneto dei diritti della persona, causa di sfascio di famiglie è spesso la conflittualità fra coniugi, soprattutto quando si trovano alle prese con divergenze rispetto all’eduazione dei figli. Poi viene il problema della difficoltà per i genitori di conciliazione dei tempi richiesti dal lavoro e dalla famiglia. «Mancano – spiega la garante – servizi di sostegno ai figli di genitori che lavorano, spesso soli nel fare i compiti o alle prese con la superficialità delle relazioni stabilite sui social network. Il territorio deve prevedere sevizi di sostegno alla normale vita delle famiglie, non solo all’emergenza».
Ecco allora perchè dedicare una via un parco o una piazza ai diritti dell’infanzia è così importante. Fra le richieste del tavolo “Un welfare per i minori” c’è anche quella di riaprire l’Osservatorio regionale (chiuso ormai 3 anni fa) sul disagio dell’infanzia: in questo momento in Veneto nessuno si sta preoccupando di raccogliere i numeri che caratterizzano i bisogni. I partecipanti del convegno ritorneranno a casa con un piccolo cerotto attaccato alla camicia: è quello dei bambini e delle famiglie, che tutti insieme, si vogliono tutelare.
(foto di Roberto Zaccaria)