Nicoleta, Benedicta, Arietta, Christina, Venetita, Lioara, Jennifer, Angela, Andreea Cristina, Evelyn, Sofia, Loveth. Sono i nomi di donne accoltellate, strangolate, avvelenate e persino crocifisse. Sono centinaia le vittime di clienti e sfruttatori uccise negli ultimi anni nell'industria della prostituzione. In occasione della Giornata contro la violenza alle donne, dal 22 al 29 novembre 2019, i volontari della Comunità Papa Giovanni XXIII ricorderanno dieci donne morte lungo le buie strade della prostituzione.
«Sfruttate fino alla morte: donne la cui vita era considerata meno importante delle nostre e quindi dimenticate. Per questo noi continuiamo da anni a ricordarle, pregare per loro e per i loro aguzzini» commenta Giovanni Paolo Ramonda, Presidente della Comunità Papa Giovanni XXIII.
«La dignità della donna non si compra. - continua Ramonda - Al contrario si valorizza la bellezza femminile attraverso l’arte, lo sport, la cultura, la maternità, il lavoro, la religiosità. La donna è una risorsa unica per il bene comune».
Gli eventi si terranno a:
Castelfranco Emilia (MO), via Mavora angolo via Emilia Este, venerdì 22 novembre alle ore 18:30.
Firenze, al parco Cristina Zamfir, località Ugnano, lunedì 25 Novembre alle ore 10.00.
Ferentino (FR), in via stazione presso la Parrocchia dei Santi Giuseppe e Ambrogio, lunedì 25 Novembre alle ore 20.30.
Verona, Borgo Croce Bianca, via Lucio III 3 presso la Chiesa di Ognissanti, mercoledì 27 Novembre alle ore 20.30.
Bologna, Borgo Panigale mercoledì 27 Novembre alle ore 20.30.
Moncalieri (TO), presso la Collegiata di S. Maria della Scala e S. Egidio, venerdì 29 Novembre alle ore 18.00
Castellana Grotte (BA), S. Messa presso casa di accoglienza "Il sogno di Giuseppe"
Senigallia (AN), ore 17.30 tavola rotonda
La Comunità di don Benzi intende rilanciare con questi eventi la Campagna di sensibilizzazione Questo è il mio Corpo per la liberazione delle donne vittime di tratta e sfruttamento sessuale. La campagna ha raccolto fino ad oggi oltre 31.000 firme per chiedere al Parlamento che anche in Italia sia approvata una legge basata sul cosiddetto modello nordico, in cui i clienti sono considerati corresponsabili dello sfruttamento della condizione di vulnerabilità della donna e pertanto vengono sanzionati.