Settimane fa a tutti noi è stato chiesto di fermarci per fronteggiare insieme, distanti ma uniti, questa emergenza sanitaria. Anche noi della Comunità Papa Giovanni XXIII abbiamo dovuto sospendere o rallentare le nostre attività.
Questa è per noi una condizione inusuale. Noi, che “le cose belle prima si fanno e poi si pensano”, che “i poveri li andiamo a cercare”, noi famiglie aperte e in uscita, ci siamo trovati – per la prima volta nella nostra storia di oltre cinquant’anni – a doverci fermare a casa.
Alcuni di noi, soprattutto chi vive con persone fragili, gravemente disabili, anziane, sono rimasti in quella stessa posizione per continuare responsabilmente a prendersi cura di chi ci è stato affidato e in noi ha trovato famiglia, protezione e sicurezza.
Gli altri, tutti quelli che potevano farlo senza mettere in pericolo nessuno, hanno iniziato subito a pensare ad una via possibile per riprendere le attività, pur adattandole alla situazione contingente e seguendo tutte le indicazioni precauzionali.
Vogliamo raccontarvi una per una tutte le nuove esperienze che stanno nascendo da questa situazione di grave crisi. Perché questi sono certo giorni di difficoltà, sofferenza e preoccupazione, ma anche di speranza e di vita che ricomincia.
Tanti hanno bisogno di noi oggi. Ancora di più avranno bisogno di noi appena tutto sarà passato, perché questa situazione avrà conseguenze devastanti per moltissime persone. Non solo sul piano della salute, ma della loro dignità, delle loro possibilità, del loro lavoro, della loro capacità di provvedere a se stessi e alle proprie famiglie. E noi vogliamo essere pronti a offrire loro una nuova possibilità.
La Capanna di Betlemme di Chieti e l’Unità di Strada della Comunità Papa Giovanni XXIII, attiva nella provincia di Pescara, durante l’emergenza sanitaria ha cercato in ogni modo di trovare una soluzione abitativa per tutte le persone senza dimora del territorio. E ieri sera ha consegnato una pizza a tutti chi ancora rimane in strada!
Marco Lovato e Laura Lubatti, marito e moglie, e mamma e papà di una casa famiglia della Comunità situata a Santa Venarina, in provincia di Catania, hanno ideato un progetto di scrittura creativa per rimanere vicini, nonostante il distanziamento sociale imposto per evitare il diffondersi del contagio da coronavirus, ai ragazzi dell’Istituto penitenziario minorile di Acireale.
A Bologna, la Comunità ha ricevuto in uso dalla Diocesi una canonica che attualmente accoglie 2 persone per periodi di isolamento preventivo. Per prendersi cura di queste persone sono presenti due volontari che hanno scelto l’auto-isolamento per dar loro oltre che assistenza, compagnia e conforto. Solo dopo questo periodo le persone potranno essere accolte nelle strutture del vicino “Villaggio di don Oreste” che riunisce una Capanna di Betlemme per senza fissa dimora, una Comunità terapeutica per ragazzi con dipendenze, una Casa Famiglia e una casa d’accoglienza per adulti. Tutto questo viene fatto per tutelare non solo la loro salute ma anche quella delle persone che già vivono nelle strutture.
All’interno del progetto CEC (Comunità Educante con i Carcerati) della Comunità Papa Giovanni XXIII, è stato messo a punto un piano per l’accoglienza dei detenuti al fine di contribuire ad alleviare il problema del sovraffollamento nelle carceri italiane in questo momento di emergenza sanitaria.
Qualche giorno fa ci hanno chiamati dall’ospedale “Bufalini” di Cesena: dovevano dimettere un uomo, una persona senza dimora, ricoverato in condizioni precarie più di 2 settimane prima, risultato però negativo ai test Covid-19. Non aveva nessuno che lo andasse a prendere, nessuna casa in cui tornare, non aveva nemmeno vestiti da mettersi addosso. Siamo andati noi.
Leggi qui il racconto di Giorgio.
Le persone povere ed emarginate sono quelle che stanno soffrendo di più: si sentono abbandonate a loro stesse, prive dei mezzi per affrontare questa situazione si emergenza e spesso anche degli strumenti per comprenderla a pieno.
La Comunità Papa Giovanni XXIII, in Italia e nel resto del mondo, sta cercando in ogni modo di continuare ad offrire sostegno e vicinanza a chi, oggi, è ancora più solo, ha ancora più bisogno, ancora più fame.
Sempre più persone contano sulle nostre Unità e Mense di Strada e si affidano ai nostri volontari: a loro, che sono in prima linea ogni giorno, abbiamo chiesto di raccontare come vivono questo momento a fianco degli ultimi.
Gli operatori e i volontari della “Casa dei Nonni” di Forlì continuano a garantire vicinanza e aiuto agli ospiti abituali. Inizialmente visitavano a domicilio i casi più fragili, quegli anziani che vivono da soli o con famigliari che non sono in grado di assisterli adeguatamente, per portare loro la spesa, sistemare la casa e in alcuni casi aiutarli nella cura di sé. Ora l’elenco dei bisogni si è allargato fino a comprendere altre persone: con il protrarsi della quarantena gli anziani mostrano segni di depressione e deperimento cognitivo, che le famiglie faticano ad arginare. Si è creata così una catena telefonica che ha messo in contatto tra di loro tutti i nonni, abituati a trascorrere le loro giornate insieme, che ora hanno modo di chiacchierare e farsi compagnia. Gli operatori, oltre alle visite di persona, si sono organizzati per registrare quotidianamente piccoli video di intrattenimento.
Le restrizioni per il contenimento del Coronavirus hanno aggravato - se mai possibile - le condizioni di vita nei campi profughi. L'appello di Operazione Colomba: «La fatica che proviamo anche in Italia non ci faccia diventare sordi al dolore degli altri»
La vita delle famiglie è radicalmente cambiata: si vive sempre insieme tra le mura di casa, tra didattica a distanza, ginnastica in soggiorno, pasta fresca e pane fatto in casa. Nel caso delle nostre Case Famiglia, tutto questo va moltiplicato in modo esponenziale. Per il numero di persone accolte, per le esigenze dei piccoli con disabilità, per la fragilità degli anziani.
Abbiamo raccolto le testimonianze delle nostre mamme e dei nostri papà, che raccontano i momenti di questa nuova quotidianità, le preoccupazioni e le fatiche, ma anche la gioia che viene dal prendersi cura di chi ha più bisogno, dall’essere insieme e vicini.
Le puoi leggere tutte qui.
Rippotai e Nuova Comunicazione hanno dato vita all’asta online di raccolta fondi La Romagna che Dona: aziende, artisti e artigiani del territorio romagnolo hanno donato opere, prodotti o servizi a sostegno delle attività della Comunità Papa Giovanni XXIII a contrasto dell'emergenza COVID-19 come la riconversione dell’Hotel Royal di Cattolica, a struttura di accoglienza per persone contagiate che non hanno un luogo sicuro in cui trascorrere la quarantena, e l’acquisto di mascherine, dispositivi di protezione e materiale medico/sanitario per continuare le attività di accoglienza di chi è solo e fragile come disabili, minori non accompagnati ed anziani.
118 giovani fra i 18 e i 28 anni hanno ripreso oggi il proprio impegno nei progetti di servizio civile della Comunità Papa Giovanni XXIII, rimodulati dopo l'esplosione dell'emergenza Covid-19.
I volontari si occuperanno di consegna di cibo e medicinali a domicilio, disbrigo di alcune attività burocratiche, attività di formazione a distanza per bambini e disabili ospitati in case famiglia e realtà di accoglienza, costruzione di video didattici, supporto a comuni ed enti locali.
«Grazie ad un lavoro di analisi delle singole situazioni, che ha coinvolto tutta la Comunità Papa Giovanni XXIII a livello nazionale – spiega Giovanni Paolo Ramonda, Presidente dell'Associazione di Don Benzi – siamo riusciti a riattivare il servizio per 118 operatori volontari su 122. In molti casi questa operazione ha richiesto creatività e versatilità, in altri ha portato ad attivare collaborazioni con altri enti e realtà. Le nuove circostanze, così faticose, ci fanno riscoprire il senso profondo del servizio civile: difendere la Patria in modo nonviolento per noi significa avere cura delle persone più fragili».
La Cooperativa Sociale “Il Ramo” attiva un numero verde ( 800.55.62.14 ) per persone con disabilità, anziane e i loro famigliari in particolari situazioni di fragilità e isolamento, nel territorio del cuneese, del fossanese e nei comuni di Savigliano e Saluzzo. Il numero è attivo dal lunedì al venerdì dalle ore 10 alle ore 16, per l'intera durata dell’emergenza.
A Saluzzo, in provincia di Cuneo, è stata lanciata una grande iniziativa di solidarietà per aiutare le fasce deboli della popolazione.
Tutti i cittadini possono contribuire al finanziamento dei buoni spesa alimentari erogati dal Comune oppure possono aiutare acquistando alimenti non deperibili, come olio, caffè, uova, saponette, shampoo, dentifricio, carta igienica, detersivi presso gli esercizi aderenti (MD Market e Presto Fresco).
Gli alimenti donati saranno stoccati e distribuiti attraverso: la Comunità Papa Giovanni XXIII, l’Emporio della Caritas, la Casa di pronta accoglienza della Caritas, Il progetto “Un Sorriso”, le associazioni ed i gruppi solidali delle parrocchie.
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Giovanni Paolo Ramonda fa il punto sugli interventi messi in campo dalla Comunità Papa Giovanni XXIII in Italia e nel mondo per fronteggiare l'emergenza.
Per chi accoglie, l'isolamento forzato ha reso ancora più forte e impegnativa la condivisione con i poveri. La risposta ai nuovi bisogni, le scelte dei missionari, la scoperta di un nuovo stile di vita. Cosa è cambiato e cosa dovrà cambiare.
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"Eccoci qua. 28 anni insieme. Una volta correvi cantavi e ballavi e così allietavi la vita della nostra casa famiglia.
Adesso siamo ancora insieme ma in quarantena ed io con te, ad affrontare una battaglia difficile, forse la più difficile. Per fortuna sei a casa e non sei isolato in ospedale. Speriamo di farcela anche questa volta. Siamo nelle mani amorose di Dio."
Antonio, papà di Casa Famiglia, racconta questo momento difficile di Andrea, ragazzo disabile che vive nella Casa Famiglia S. Antonio (Rimini).
Un numero di telefono, attivo dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 17, per chiedere e ricevere supporto psicologico gratuito durante questo periodo di emergenza sanitaria e distanziamento sociale. A rispondere le psicologhe de La Filigrana, “Poliambulatorio del Gratuito” della Comunità Papa Giovanni XXIII, che dal 2015 offre servizi specializzati in cambio di una libera offerta a sostegno del progetto. È aperto a tutti, con priorità alle famiglie che vivono in stato di disagio e povertà.
Il numero da chiamare in questi giorni per un colloquio telefonico gratuito è il 348-2539120.