Eventi




Volontariato in Veneto: oltre la gabbia del disagio

Oltre la gabbia del disagio: l'evento veneto

Il 9 novembre a Padova l'esperienza interattiva per volontari ed esperti del sociale

Cosa caratterizza un’esperienza di volontariato nelle case famiglia del Veneto targate Apg23? Si tratta di una risposta di tipo familiare, in cui il bambino vive con fratelli più grandi e, perché no, anche adulti, nonni. Un luogo in cui crescere tra gli affetti e superare le proprie difficoltà nella complementarietà dei rapporti dettati dalla coesistenza di varie tipologie di persone. È il modello “Casa famiglia” della Comunità Papa Giovanni XXIII, che in Italia e all’estero ne ha avviate 248. Il Veneto è una delle regioni italiane in cui questa realtà di accoglienza si maggiormente si è diffusa: la prima nacque 40 anni fa e oggi ce ne sono 32. Una tappa importante, questo quarantennale, per riflettere e far riflettere su ciò che caratterizza la Casa famiglia multiutenza, mettendo nero su bianco la sua valenza terapeutica.

Per iscriversi all'evento sulle case famiglia in Veneto: casafamiglia.apg23.org/cf_veneto/#iscriviti

Segreteria organizzativa: 347.2628969 oltrelagabbiadeldisagio@apg23.org

 

A questo proposito la Comunità Papa Giovanni XXIII ha affidato una ricerca all’Università IUSVE di Venezia «perché potesse descrivere il nostro lavoro nelle case famiglia rispetto a paradigmi di scientificità – spiega Silvia Colledan, referente della ricerca per la Papa Giovanni – collocandoci con la nostra specificità nelle reti in cui siamo inseriti.»

 

Il convegno

I risultati della ricerca verranno presentati a Padova il 9 novembre al ConvegnoOltre la gabbia del disagio”.

Dai focus group ai quali si sono sottoposte le figure educative, precisa Colledan, si è cercato di far emergere i punti di forza e le possibili fragilità di una modalità di accoglienza che prevede l’integrazione di persone diverse e la presenza stabile, 24 su 24, di figure genitoriali.

Il convegno rappresenta, dunque, un’opportunità formativa per chi opera in campo sociale e sanitario. «In una società frammentata e specializzata – spiega Lucia Tonelotto, coordinatrice dell’evento – offre la possibilità approfondire come l'integrazione tra le parti avvenga con l'unione delle differenze.»

A sviscerare il tema saranno il prof. Lorenzo Biagi, la prof.sa Anna Maria Bertoni, la prof.sa Maria Rita Parsi.

Ai partecipanti verrà fatta vivere, attraverso l’esperienza del silent play, «la sensazione dell’essere accolto in una casa famiglia e percepire come si abita con l'altro se si riconosce se stesso», spiegano le organizzatrici.

Dalle emozioni ci si sposterà quindi sul versante politico con la tavola rotonda conclusiva, a cui è prevista la partecipazione (in attesa di conferma) del Ministro per la Famiglia e la Disabilità Lorenzo Fontana. Si tenterà di far chiarezza sulla valenza sanitaria e non solo sociale della casa famiglia. Un doppio binario che non sembra in linea con l’orientamento riorganizzativo dei servizi della Regione Veneto, che vede lo spostamento di persone con disabilità o problemi di salute mentale in strutture sanitarie al compimento dei 18 anni, troncando relazioni educative ed affettive. Una questione di estrema attualità che mette a rischio il futuro di alcuni soggetti accolti nelle case famiglia.

Programma: casafamiglia.apg23.org/cf_veneto/

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Festa del volontariato Apg23 a Vicenza

 
Oltre 500 persone hanno partecipato alla FESTA DELLA CONDIVISIONE svoltasi a Vicenza il 6 ottobre.  Il primo dei 3 appuntamenti per i volontari da tutto il Veneto è stata un’occasione per conoscere maggiormente le proposte di volontariato della Comunità Papa Giovanni XXIII, tra mostre, stand espositivi, spazio bimbi, testimonianze ed esperienze offerte da chi è impegnato in prima linea nella costruzione di un mondo più giusto. Il tutto condito da buona musica e punti ristoro.
 

Il Veneto ricorda Don Benzi, prete straordinario nell'ordinarietà

Il vescovo di Vicenza Beniamino Pizziol, durante la Messa del 6 ottobre presso l'Istituto San Gaetano di Vicenza, ha espresso così il suo apprezzamento per l'opera di don Benzi: «Don Oreste era un prete ordinario, ma straordinario perché partiva dall'ordinarietà, dalla concretezza di una situazione e vi collocava dentro il lievito evangelico, che faceva fermentava tutta la pasta. Don Oreste ha realizzato pienamente il vangelo di Cristo, secondo il suo stile, secondo la sua personalità, secondo la sua vocazione e voi siete la continuazione di tutto quello che il Signore ha fatto in lui e attraverso di lui». 

Oltre a festeggiare i 50 anni della Comunità Papa Giovanni XXIII, ricorreva anche il 40° anniversario delle prime case famiglia in Veneto: «Noi abbiamo avuto il privilegio» continua il vescovo Pizziol «di vedere l'avvio della prima casa famiglia qui a Vicenza a dicembre del 1977. Ora ce ne sono numerose e io le ho visitate quasi tutte. Le case famiglia sono l’intuizione profetica di don Oreste. Dentro ogni famiglia e ogni casa famiglia c’è la benedizione di Dio, del Padre. C’è la figura materna e paterna, poi ci sono altre figure importanti: fratelli, sorelle, zii, nonni, nonne e chi arriva da fuori (come è capitato a me quando sono andato in Casa Famiglia a Bassano) si sente come uno di casa».

Ugo Ceron, responsabile della zona Veneto Ovest, in occasione della festa del 6 ottobre, dice: «Ripercorrendo il cammino di questi 50 anni, ciò che mi colpisce è l’iniziativa di Dio: spesso l’inizio di nuove avventure sono state caratterizzate da insuccessi o passi falsi, ma sono poi cresciute. Di questo siamo grati al Signore che ci chiama ad una responsabilità sociale rinnovata: promuovere una nuova società, quella che il nostro fondatore, don Oreste Benzi, ha chiamato come la società del gratuito, una società cioè dove ciascuno investe se stesso, i propri doni e le proprie capacità, non per il profitto personale o il prestigio sociale, ma per la promozione di un popolo in cui viene riconosciuta la dignità di ciascuno».

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Prossimo appuntamento per i volontari a Padova

 
Nel 2018 i figli spirituali di Don Benzi celebrano i quarant’anni dall’apertura della prima casa famiglia del Veneto, avvenuta nel 1978: con eventi a Vicenza, Verona e Padova raccontano al territorio le esperienza che ancora oggi si ripetono: quella dei campi di condivisione con i disabili, dell’incontro e dell’accoglienza in casa propria delle persone più emarginate dalla società.

La prima casa famiglia del Veneto nasceva 40 anni fa, modello di accoglienza oggi diffuso in tutta la regione. Se ne parlerà a Padova il 9 novembre nel convegno Oltre la “gabbia” del disagio. Come la casa famiglia multiutenza è una risposta integrata al bisogno di cura e relazione.  Segreteria organizzativa: 347.2628969 oltrelagabbiadeldisagio@apg23.org

 

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La storia: 40 anni di volontariato, da Vicenza a Verona, e poi Padova Venezia e Rovigo

 
Schiacciamento del midollo tra la V e VI vertebra cervicale: paralizzato per sempre. La vita in un istante, per un banale incidente, si trasforma. Comincia così la storia di volontariato nel Veneto della Comunità Papa Giovanni XXIII, quando un giovane vicentino Mario Catagini, a 24 anni, viene investito dalla propria auto parcheggiata senza freno a mano. È il 1965, ancora non si è mai affacciata sul mondo l'invenzione delle case famiglia: la prima verrà inaugurata da Don Oreste Benzi a Coriano in provincia di Rimini solamente nel 1973. Ma il dolore dentro a quel giovane disabile di Altavilla (VI)  inizia già a lavorare. E così la sua ricerca lo porta, attraverso fili invisibili, ad incrociare l’esperienza della Comunità Papa Giovanni XXIII, e ad incontrare una prima realtà stravolgente. Mario conosce un giovane operaio, Arcisio Peretto e la moglie Teresa: nel 1978, dopo due anni dal matrimonio, la coppia ha deciso di sperimentare a Vicenza l’idea rivoluzionaria dell'accoglienza nella propria casa: è la prima casa famiglia del Veneto. Nel 1979 Mario li affianca, e decide di condividere la vita con altri disabili in una casa tutta sua. Nel 1981 apre la seconda casa famiglia, e da disabile diventa il primo responsabile della zona Vicenza dell’Associazione di Don Benzi. 
 
Come fare recuperare dignità sociale alle persone con disabilità? Pochi anni dopo, nel 1981, Arcisio Peretto si cimenta nel tentativo di dare un lavoro alle persone accolte nelle due case, e nasce una prima esperienza di inserimento lavorativo: a Dueville (VI) nasce la Cooperativa L’Eco Papa Giovanni XXIII ed è il 1983. Nell’85 Mario propone a Paolo ed Anna, una coppia del padovano tornata da qualche anno da un’esperienza missionaria in India, l’accoglienza di Paolo, un ragazzo disabile; nell’87 sono già 5 le case famiglia nel Veneto.
 
Ma Paolo ed Anna hanno la missione nel cuore, e così nel 1990 partono per il Brasile, e poi per il Cile, e diventano la prima famiglia missionaria della comunità. Fra i frutti di tanto seminare, nel 1992 il veronese Mario Marini si trasferisce in provincia di Udine ed apre la prima casa famiglia del Friuli. Paolo ed Anna, al rientro dalla missione (responsabile della zona è diventato Roberto Vittori) trovano 22 case famiglia distribuite fra le province di Verona e Vicenza; nel 1998 decidono di aprirne una a Cittadella (Padova). In quegli anni i volontari stanno percorrendo le strade delle tre province per incontrare le donne costrette alla prostituzione; nel 2000 una giovane Deborah Grandis apre nel vicentino una casa anche per loro. A macchia di leopardo i volontari raggiungeranno poi anche la provincia di Treviso.
 

Oggi nel Veneto

Arrivando ad oggi, sono 43 le case famiglia o di accoglienza in Veneto: sono 87 i minori accolti e 144 gli adulti, 81 le famiglie affidatarie che si sono costituite attorno alla realtà della Comunità Papa Giovanni XXIII anche in provincia di Venezia, e 92 persone con disabilità sono state inserite nelle 4 cooperative sociali, che contano altri 90 persone fra soci e dipendenti. Circa 200 persone disabili partecipano alle vacanze estive con noi. Sono 5 le unità di strada dei volontari che incontrano con continuità homeless e donne costrette alla prostituzione.



Nicoletta Pasqualini
01/11/2018

 

 

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